Post by WolfgangPost by PatrizioPost by WolfgangPost by edi'®Post by Voce dalla Germania[...]
Esempio contrario: trovatemi un tedesco che non vive da almeno
dieci anni in Italia e riesce a dire "quelle" senza rivelare
immediatamente che non è italiano. >
Kvelle?
Da buon tedesco, mai vissuto in Italia, saprei aggiungerci tre altri
- la e tonica aperta [ɛ],
- la l scempia,
- lo scevà (schwa) finale [ə]
Da non tanto buon italiano, é per me immediatamente rivelatrice di
Non riesco a capire come ho fatto a scrivere "é" qui in luogo di "è",
io che mi indigno ogni volta che ne vedo una così...
Post by WolfgangPost by Patrizioparlante madrelingua tedesco quella la S sonora (che non ho in
dialetto e quindi nel mio italiano regionale) all'inizio di parola,
quando segue una vocale. Ad es., la pronuncia di "sacco", o "Sabina",
che a me suonano quasi come "zacco" e "Zabina".
Benché la pronuncia sonora della <s> iniziale sia quella del tedesco
standard, circa la metà dei tedeschi, specie quelli meridionali, la
rifiutano, pronunciando sorde tutte le <s> in posizione qualsiasi.
Post by PatrizioAnche la la pronuncia della R intervocalica è subito caratterizzante.
In che senso?
Una r debole, rullante di gola, non so bene come descriverla.
L'ho sentita bene ultimamente solo qualche giorno fa da un
professore tedesco in Rai Storia.
Post by WolfgangPost by PatrizioLa scevà, al confronto, lo è meno: è stranierità generica :), almeno
per italiani del centro: Toscana, parte del Lazio, parte dell'Umbria
e parte delle Marche.
Non ho mai sentito un italiano pronunciare uno scevà.
Nemmeno un napoletano? Ma è diffusa anche a solo una ventina di
chilometri più a sud di dove sono io (Macerata-Fermo nelle Marche,
come zona linguistica), cioè a San benedetto e Ascoli Piceno nelle
Marche e poi in tutto l'Abruzzo, nel Molise, in Puglia (mi pare Salento
escluso, però) e Basilicata.
Post by WolfgangPost by PatrizioSarebbe anche più rivelatrice la pronuncia F di V, ma in genere il c
parlante è sufficientemente accorto.
Ciò non ha niente a che fare con un'eventuala accortezza del
parlante, è anzi dovuto al fatto che ci siano moltissime parole
tedesche con la pronuncia [v] della <v>, generalmente quelle di
origine latina o romancia, ma non solo.
Ah, credevo che fossero in percentuale minima e che quindi fosse
circa automatico, per voi, vedere scritto v e pronunciare f (a volte
ci si concede troppo facilmente a stereotipi).
Non so come sia in Austria ma Florian, un assegnista di ricerca
di Neusiedl am See che ho avuto in studio di fronte a me per quasi
un anno, parlando italiano (ottimamente, a parte la R e le scevà)
non si sbagliava mai con v-->f. Ne avevo dedotto attenzione, accortezza.
Ciao
Patrizio