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Dubbi verbali
(troppo vecchio per rispondere)
r***@funware.org
2007-02-08 19:44:17 UTC
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Salve, volevo sottoporvi alcuni dubbi riguardo l'uso di alcuni verbi:
seppur abbia consultato gia' qualche libro e altri fonti (come
internet), ho comunque qualche incertezza sul senso. Per me' e' una
necessita' "lavorativa", non solo una curiosita', comprenderne appieno
l'uso. Cio' che non comprendo e' esattamente il senso che le forme
verbali che vi presentero' imprimono alle azioni, il che e' la cosa che
a me' serve principalmente per capire quando usarli nei miei lavori.
Purtroppo i testi che ho in mano non mi sono molto d'aiuto per
rispondere alle mie domande, e percio' spero di trovare aiuto a questo
newsgroup dedicato all'argomento.
Mi scuso anche per la lunghezza, ma ho desiderato esporre tutte le mie
constatazioni in modo da presentare chiaramente dove stanno i miei dubbi
e poter mostrare subito se le idee che mi son fatto siano giuste o meno
(ma forse con le lingue occorre piu' dire "se funzionano oppure no'").

1 - Fin'ora i testi che ho letto non davano un chiaro senso che
esprimono i tempi trapassati. Essi dicono che riguardano una azione che
e' antecedente ad un'altra, ma non si soffermano sulla differenza d'uso
che esiste tra il trapassato prossimo e quello remoto.
Ora, andando ad intuito e ragionamento, ho tirato una conclusione sul
loro funzionamento:
- Il trapassato prossimo indica una azione antecedente, ma che pero'
continua ad essere attiva e presente nella azione che viene dopo di essa
(es: "aveva mangiato cosi' tanto che si senti' male", la prima azione
provoca direttamente la seconda).
- Il trapassato remoto invece indica una azione antecedente, il cui
effetto pero' non ricade nella azione che gli succede, pur essendo
comunque collegate tra loro. (mi manca un esempio valido, hem!...)

Manca qualcosa alla mia idea?

2- Il Gerundio e' un altro tempo che mi sta' tormentando (guarda caso,
un gerundio anche qui! :D). Il punto e' che ho letto varie spiegazioni
che, pur dando le medesime informazioni, davano peso ad aspetti diversi.
Un testo che ho letto indica che esso indica che l'azione di un verbo e'
contemporena ad un altro, svolgendo cosi' la funzione di complemento. Un
altro lo presenta indicando che esso dice "un modo di essere o di agire"
(dunque indica uno stato oppure eseguire qualcosa tramite una azione)
dando piu' peso al ruolo di complemento che svolge, e meno sulla
temporalita' delle azioni che esprime.
Qui' la cosa mi confonde un po': il Gerundio indica piu' la temporalita'
di una azione, oppure indica piu' la qualita', completando il senso del
verbo reggente? Non afferro il senso globale dell'uso di questo verbo, e
ne sono un po' confuso.
Cio' che ho capito viene dal suo nome. Gerundio viene dal nome "gerere
vices" = fare le veci. Dunque significa che e' un verbo che "svolge il
ruolo al posto di qualcosa". Si nota vistosamente che il Gerundio e'
assente di soggetto, percio' ne ho concluso che la prima funzione del
Gerundio e' di esprimere una azione associandola al soggetto del verbo
reggente, senza doverla ridichiarare una seconda volta per l'azione
espressa in gerundio (utilissima se si tenta di scrivere frasi con uno
stile ricercato). E' un tempo che permette di dire che il soggetto fa'
due (o piu', se la frase resta piacevole) azioni, senza dover
rispecificare che e' sempre il medesimo soggetto che le provoca (es "E
mi porse le sue scuse, piangendo e invocando perdono"). Mi pare di
capire, inoltre, che anche se cio' puo' definire meglio vari aspetti di
una azione (per esempio, come viene eseguita) questa e' una
caratteristica secondaria, pur sempre utile ed essenziale, ma non
primaria, perche' il verbo non ruba il ruolo dell'aggettivo pur potendo
fare il suo lavoro (se lo fosse, allora il participio che genera
direttamente degli aggettivi non avrebbe senso di esistere). Il fatto e'
che nell'esempio precedente la frase senza gerundio diventa "e mi porse
le sue scuse, e pianse e invoco' perdono". Si vedono che questi tre
verbi, pur indicando tre aspetti della medesima idea, indicano anche tre
azioni distinte tra loro, e l'idea che si svolgono allo stesso tempo
resta pur non essendo espressa direttamente come la fa' il gerundio. Il
gerundio ci darebbe la comodita' di affibbiare percio' ad un singolo
soggetto principale varie azioni che lo coinvolgono (che lui genera o
che ne viene coinvolto).
Cio' che riportano i libri non lo metto (assolutamente) in dubbio, pero'
mi sembra che queste caratteristiche elencate da del gerundio nascono
perche' la sua virtu' e' di sostituire (perche' lo dice anche il suo
nome "fare le veci": se non lo fosse avrebbe un altro nome, no?) alcuni
elementi grammaticali con un singolo elemento che li esprime piu'
velocemente ed efficacemente.
Cosa mi potete dire, si tratta di un ragionamento corretto, o ha delle
falle?
Sull'aspetto della contemporaneita', qui' ho un dubbio. Esiste la forma
presente, che indica che l'azione del gerundio e' attuale ad un altra
azione, indicata al tempo reggente, ed il passato invece ci dice che
l'azione del gerundio avviene prima di quella del verbo reggente. In
quale senso sussiste questa contemporaneita'?
Posso sbagliarmi, ma io ho capito che la contemporaneita' funziona come
il senso del trapassato prossimo (il valore di una azione precedente si
sovrappone su quella che viene dopo): nel presente, il verbo del
gerundio inizia in contemporanea con quello reggente, nel passato si
dice che l'azione del gerundio inizia prima di quella del reggente,
pero' essa continua ad essere presente anche quando l'azione che la
segue viene fatta.
Ma in questo caso, cosa lo distingue davvero il gerundio dai tempi
trapassati? (forse e' una domanda sciocca, ma non ho ancora pensato a
quale "regola" ci sia dietro).

A questo scopo, riflettevo su questo caso (simile ad uno su cui ho
riflettuto e che mi ha fatto sorgere un dubbio sull'uso del gerundio):
"Gli sparo', colpendolo". Questa frase puo' essere espressa anche nella
forma "Gli sparo', e lo colpi'": credo che imprimano il medesimo
significato. Ci sono delle differenze di come lo esprimono, e sono
quelle che vorrei approfondire.
- A livello di logica, la frase ci dice che un individuo fa' due azioni:
l'azione di sparare e l'azione di colpire.
- La frase fatta con i passati remoti dice questa idea, pero' deve
enunciare il soggetto in entrambe i casi (seppur in forma implicita, il
soggetto viene sempre dichiarato grazie alla coniugazione)
- La frase col gerundio esprime la medesima idea di quella ai passati
remoti, pero' lo fa' senza bisogno di dire quale sia il soggetto
(perche' nessuna parte del gerundio la dichiara, ne' direttamente ne'
indirettamente), sopprimendolo e usando invece come riferimento il verbo
precedente.
-Anche se il gerundio esprime "un modo di agire o di essere", qui' mi
sorge il dubbio: a chi assegna il gerundio questo "modo di agire o di
essere"? (specialmente perche' il testo che lo riportava non
approfondiva direttamente questa idea). E quale espressivita' imprime
all'azione (che e' la cosa che mi serve sapere di piu').
Nella frase detta sopra, non puo' essere un "modo di agire" perche
"colpire" non e' un modo di "sparare". Puo' esserci il senso "e gli
sparo' in modo da colpirlo" pero' questo contrasta con l'idea logica che
bisogna esprimere: prima il soggetto "spara" e solo poi "colpisce". La
forma in Gerundio esprime anche questa logica, non dice che "colpire" e'
un modo di "sparare".
Puo' essere un modo di "essere": il bersaglio "e' colpito", e questo
corrisponde alla idea che vogliamo trasmettere. Pero' si nota anche che
la qualita' espressa del gerundio (cioe' essere colpito) non appartiene
piu' a colui che esegue l'azione del reggente (colui che spara) ma
appartiene chiaramente a colui che la subisce, probabilmente grazie al
suffisso finale -lo.
Se pero' la frase finale fosse "colpendo alla testa", ancora lo "stato
di essere colpiti" non cadrebbe su "colui che spara", ma su "colui che
e' colpito".
In altri casi invece il gerundio indica lo stato o il modo di agire del
soggetto del verbo reggente (es: "mi abbraccio' baciandomi d'affetto",
l'azione fa' muovere piu' il soggetto del verbo "abbraccio'", non quello
che subisce queste azioni).
Pero' non distinguo una norma precisa che indichi quando il modo
espresso dal gerundio si applichi sul soggetto che esegue o su chi
subisce l'azione: sono dell'idea che cio' venga distinto dal contesto e
non da elementi grammaticali. O forse esiste una regoletta che ignoro?
- Anche in questo caso, l'idea della contemporaneita' mi fa' pensare che
il concetto assomigli a quello dei trapassati. La logica ci dice che
"sparare" ed "essere colpiti" non possono esistere nello stesso tempo:
lo "sparare" e' la causa, "essere colpiti" e' la conseguenza. Non puo'
esistere lo stato "essere colpiti" se prima la causa che lo genera,
"sparare", non viene eseguita. Per la stessa ragione, non puo' esiste
l'azione "sparare" ed in contemporanea esistere la condizione "essere
colpiti".
Se sono stato chiaro, l'azione del gerundio in questo caso sarebbe priva
di senso, se questo tempo esprimesse una "contemporaneita' concreta"
delle azioni. Eppure la frase "gli sparo', colpendolo" scritta al
gerundio e' corretta, e l'idea di causa-sparo e conseguenza-essere
colpiti e' chiara ed evidente. Per questo motivo io credo che il
gerundio esprima invece se l'effetto di una azione sia ancora presente o
meno al momento in cui un'altra succede.
L'azione di "sparare" ci dice che il soggetto vuole creare una
conseguenza, che poi viene enunciato nel termine "colpire": l'azione di
sparare, in se' stessa, ha termine quando si concretizza nella sua
conseguenza. Lo stato di "essere colpiti" inizia quando l'azione di
"sparate" ha fatto effetto, perche' la genera. Da questo punto di vista,
lo stato di "essere colpiti" esiste perche' allo stesso tempo e'
presente anche un'altra azione gia' esiste prima, cioe' "sparare".
Da questo dedurrei che la contemporaneita' del gerundio non si riferisce
alla presenza contemporanea delle "azioni" o dei "stati" in se' stessi,
ma indica che gli *effetti* provocati da due azioni o stati stanno
agendo in contemporanea.

(vorrei aggiungere una considerazione estrema, nella realta' una azione
concreta puo' concludersi PRIMA della sua conseguenza: voglio dire, uno
sparo dura un attimo, e un proiettile impiega pur sempre un tempo minino
prima di colpire effettivamente qualcosa, tempo in cui l'azione di
sparare fisicamente e' esaurita. Da qui si puo' dire che le due azioni,
seppur brevi, non sono mai veramente contemporanee nel concreto. Se
qualcuno commentera' che e' una esagerazione: si e' estrema, eppure
credo che esprima ugualmente il fatto che il concetto di "tempo" sui
verbi sia un poco diversi dal "tempo" dal punto di vista scientifico, ed
occorra sempre tenere in mente il senso del tempo verbale quando si
scrive...)

Scusate il post lunghissimo, ma come ho voluto spiegarvi inizialmente,
ho voluto presentarvi subito tutti i dubbi che vorrei chiarire.
Maurizio Pistone
2007-02-08 21:13:54 UTC
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- Il trapassato prossimo indica una azione antecedente, ma che pero'
continua ad essere attiva e presente nella azione che viene dopo di essa
(es: "aveva mangiato cosi' tanto che si senti' male", la prima azione
provoca direttamente la seconda).
- Il trapassato remoto invece indica una azione antecedente, il cui
effetto pero' non ricade nella azione che gli succede, pur essendo
comunque collegate tra loro. (mi manca un esempio valido, hem!...)
il trapassato remoto si usa nelle frasi temporali introdotte da
"quando", "dopo che" ecc. In tutti gli altri casi si usa il trapassato
prossimo, indipendentemente da considerazioni cronologiche.
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2- Il Gerundio e' un altro tempo
modo
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che mi sta' tormentando (guarda caso,
un gerundio anche qui! :D). Il punto e' che ho letto varie spiegazioni
che, pur dando le medesime informazioni, davano peso ad aspetti diversi.
Un testo che ho letto indica che esso indica che l'azione di un verbo e'
contemporena ad un altro, svolgendo cosi' la funzione di complemento. Un
altro lo presenta indicando che esso dice "un modo di essere o di agire"
(dunque indica uno stato oppure eseguire qualcosa tramite una azione)
dando piu' peso al ruolo di complemento che svolge, e meno sulla
temporalita' delle azioni che esprime.
Qui' la cosa mi confonde un po': il Gerundio indica piu' la temporalita'
di una azione, oppure indica piu' la qualita', completando il senso del
verbo reggente? Non afferro il senso globale dell'uso di questo verbo, e
ne sono un po' confuso.
premessa. I modi verbali indefiniti (infinito, participio, gerundio), un
po' sono forme verbali, un po' sono qualcos'altro.

L'infinito è un po' verbo, un po' nome:

Un bel tacer non fu mai scritto

Il participio è un po' verbo, un po' aggettivo:

quella porta è grande / aperta

Il gerundio in molti casi assomiglia ad un avverbio:

arrivò di corsa / correndo

Il gerundio ha un uso molto ampio, ed esprime varie circostanze di modo,
mezzo, causa, tempo ecc. riferite alla frase principale; ecco altri
esempi:

sbagliando s'impara (per mezzo degli sbagli)
lo incontrai uscendo di casa (mentre uscivo di casa)
avendo mangiato troppo, mi sentii indisposto (poiché ecc.)

In una parola, il gerundio può esprimere molti dei significati che in
analisi logica sono riuniti nella categoria dei complementi
circostanziali.
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Si nota vistosamente che il Gerundio e'
assente di soggetto
il gerundio ha un soggetto (l'azione espressa dal gerundio viene
solitamente riferita ad un personaggio ben identificabile della frase);
non ha la coniugazione secondo persona e numero - come gli altri modi
indefiniti.
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, percio' ne ho concluso che la prima funzione del
Gerundio e' di esprimere una azione associandola al soggetto del verbo
reggente, senza doverla ridichiarare una seconda volta per l'azione
espressa in gerundio (utilissima se si tenta di scrivere frasi con uno
stile ricercato). E' un tempo che permette di dire che il soggetto fa'
due (o piu', se la frase resta piacevole) azioni, senza dover
rispecificare che e' sempre il medesimo soggetto che le provoca (es "E
mi porse le sue scuse, piangendo e invocando perdono").
Esatto. Con le avvertenze che:

1. a volte il gerundio concorda non con il soggetto grammaticale del
verbo principale, ma con quello logico:

uscendo di casa mi venne in mente di comprare dei fiori

2. il gerundio è spesso usato con forme impersonali:

non si sbaglia mai comportandosi educatamente
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A questo scopo, riflettevo su questo caso (simile ad uno su cui ho
"Gli sparo', colpendolo". Questa frase puo' essere espressa anche nella
forma "Gli sparo', e lo colpi'": credo che imprimano il medesimo
significato.
direi che, senza spaccare il capello in quattro, i due verbi esprimono
contemporaneità.
--
Maurizio Pistone - Torino
strenua nos exercet inertia Hor.
http://www.mauriziopistone.it
http://www.lacabalesta.it
r***@funware.org
2007-02-08 23:27:28 UTC
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Grazie delle risposte :) inizio a capirci qualcosa...
Post by Maurizio Pistone
il trapassato remoto si usa nelle frasi temporali introdotte da
"quando", "dopo che" ecc. In tutti gli altri casi si usa il trapassato
prossimo, indipendentemente da considerazioni cronologiche.
Ti confesso che la tua annotazione non la riporta nessuno dei testi che
ho visto (che comunque non sono un gran che'... >.>).

Mi pare comunque di capire che l'idea del trapassato di esprime una
azione che e' del tutto finita prima che ne inizi un'altra, sia comunque
giusta, perche' mettere "quando", "dopo che", e simili, significa dire
che ci sono alcune cose che sono gia' avvenute prima di altre, la loro
azione e' gia' "passata" e non c'è piu'.
Il verbo vuole dirci "prima succedono queste cose, e quando sono finite,
succedono queste".
Post by Maurizio Pistone
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2- Il Gerundio e' un altro tempo
modo
Whops. >.>
Post by Maurizio Pistone
premessa. I modi verbali indefiniti (infinito, participio, gerundio), un
po' sono forme verbali, un po' sono qualcos'altro.
Un bel tacer non fu mai scritto
quella porta è grande / aperta
arrivò di corsa / correndo
Il gerundio ha un uso molto ampio, ed esprime varie circostanze di modo,
mezzo, causa, tempo ecc. riferite alla frase principale; ecco altri
Infatti non lo mettevo in dubbio fin dal principio. Credo che l'italiano
abbia sviluppato queste forme "strane" perche' a volte cio' che
definisce una cosa non e' una caratteristica fisica, ma una azione che
compie.

I miei dubbi pero' riguardano proprio lo scopo per cui usare questo
verbo, che non capisco bene. Ti spiego: l'idea del participio mi e'
chiara, perche' la funzione di questo modo serve a dire che c'è una
azione che fa' da qualita' principale ad una cosa (questo spiega perche'
molti verbi in participio possiedono anche il valore di aggettivo).
Col gerundio i vari testi riportano i casi in cui viene usato, ma non
riportano il motivo per cui utilizzarlo. Senza sapere il motivo per cui
esiste, non riesco a capire quando veramente mi serve, o la ragione
stessa per cui lo abbiamo nel nostra lingua.
Per me' la spiegazione che il gerundio serve ad esprimere una
azione/stato senza dover specificare di nuovo il soggetto e' molto piu'
utile, perche' mi permette di identificare il caso pratico, vero e
proprio, in cui questo verbo e' utilizzabile. Certamente puo' esprimere
tante idee, pero' comunque possiede pur un ruolo ben preciso che ne
caratterizza l'uso, del quale me ne manca un po' la comprensione.
Post by Maurizio Pistone
Post by r***@funware.org
Si nota vistosamente che il Gerundio e'
assente di soggetto
il gerundio ha un soggetto (l'azione espressa dal gerundio viene
solitamente riferita ad un personaggio ben identificabile della frase);
non ha la coniugazione secondo persona e numero - come gli altri modi
indefiniti.
Mi sono espresso male. Intendevo dire che il soggetto non e' indicato
direttamente da qualche elemento che sta' vicino al verbo (come "io, tu,
essi"), o almeno nei casi piu' usati non mi sembra che ci siano, e non
lo dice neanche in un qualche suffisso perche' non possiede
coniugazione: queste cose devono essere dette con un altro verbo meglio
definito.
Post by Maurizio Pistone
1. a volte il gerundio concorda non con il soggetto grammaticale del
uscendo di casa mi venne in mente di comprare dei fiori
non si sbaglia mai comportandosi educatamente
Ed anche questo non lo sapevo... >.>

Dunque, in breve lo scopo di questo modo e' proprio di sostituire gli
elementi che altrimenti dovrebbero essere ripetuti se si fa' uso degli
altri verbi.
Il che almeno ora inizia a diventarmi chiaro sia l'uso, e sia il perche'
assume cosi' tante funzioni. Deve essere per forza un modo flessibile,
perche' deve essere capace di sostituire degli elementi rivestendo la
loro funzione e portare il loro significato.
Se il ragionamento e' giusto, potrei aggiungere che, nel caso si abbiano
dubbi, la funzione del gerundio dentro una frase lo si puo' ricavare con
esattezza trovando quale cosa esso deve sostuire (lo chiedo perche' se
e' cosi', penso che ricordarsi di questo aiuti un po' a comporre meglio
una frase. Almeno aiuta me', altri non so').
Post by Maurizio Pistone
direi che, senza spaccare il capello in quattro, i due verbi esprimono
contemporaneità.
E' vero, c'è contemporaneita', pero' riflettevo anche che imprime un
senso diverso rispetto ad altri tempi (ed e' la cosa che mi serve piu'
da vicino).
Riprendendo la frase di esempio, potrei anche scrivere "gli sparo', e lo
colpiva". Anche se suona male e non ha molto senso, se la esamino
ugualmente noto quello che i verbi vogliono dire nella frase e' che "gli
sparo'" viene eseguito contemporaneamente al fatto che qualcosa "viene
colpito". Anche qui' esistono due azioni presenti allo stesso tempo,
come fa' il gerundio, eppure l'imperfetto non funziona, confonde le
idee. Perche'?
Cio' che notavo e' che il gerundio, pur facendo sembrare che due azioni
succedono allo stesso tempo (l'effetto dello sparo coincide con il
crearsi dello stato di essere colpiti) permette di capire quale sia la
causa che succede prima e quale sia la conseguenza che viene dopo dentro
alla frase. L'imperfetto, pur dicendoci che queste due azioni sono
presenti allo stesso tempo, non da' una chiara idea del susseguersi
delle azioni.
Sono comunque delle differenze vistose nonostante ci siano due sistemi
che possono svolgere il medesimo lavoro.
Cingar
2007-02-09 09:48:24 UTC
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Post by r***@funware.org
[...]
Infatti non lo mettevo in dubbio fin dal principio. Credo che l'italiano
abbia sviluppato queste forme "strane" perche' a volte cio' che
definisce una cosa non e' una caratteristica fisica, ma una azione che
compie.
L'italiano non ha sviluppato niente di tutto ciò: tutti e tre i modi
indefiniti sono eredità del latino.

L'unico modo verbale sviluppatosi successivamente al latino classico è
il condizionale, formato dall'infinito seguito da una forma abbreviata
dell'indicativo imperfetto del verbo "habere".
Post by r***@funware.org
[...]
Post by Maurizio Pistone
il gerundio ha un soggetto (l'azione espressa dal gerundio viene
solitamente riferita ad un personaggio ben identificabile della frase);
non ha la coniugazione secondo persona e numero - come gli altri modi
indefiniti.
Mi sono espresso male. Intendevo dire che il soggetto non e' indicato
direttamente da qualche elemento che sta' vicino al verbo (come "io, tu,
essi"),
Questo solo perché il gerundio ha spesso come soggetto implicito lo
stesso soggetto della frase principale. Ma se così non fosse, o
volendo comunque esplicitare il soggetto, lo si può fare con pronomi o
nomi, come per qualsiasi altro modo:

- "Essendo tu socio della ditta appaltatrice, ti chiedo di astenerti
da questa votazione"

- "Essendo l'assessore socio della ditta appaltatrice, il sindaco gli
chiese di astenersi da quella votazione"

Senza "tu" o "l'assessore" si capirebbe che il socio della ditta
appaltatrice è il soggetto della principale, cioè il sindaco.

--
Cingar
Maurizio Pistone
2007-02-09 10:06:17 UTC
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l'uso dei modi indefiniti (quelli cioè che non sono coniugati secondo
persona e numero) credo che si trovi in tutte le lingue europee.

L'utilità pratica è quella di poter costruire delle frasi subordinate
eliminando alcune determinazioni superflue, in base al principio
universale dell'economia.

Le due frasi

lo incontrai uscendo di casa
lo incontrai mentre uscivo di casa

comunicano esattamente lo stesso messaggio; la seconda frase però
richiede, in più:

1. una congiunzione: "mentre";
2. una determinazione di tempo: in questo caso, l'imperfetto "uscivo";
3. una determinazione di persona e numero: "uscivo" 1ª sing.

Tutte queste cose sono agevolmente svolte dal solo "uscendo"; la frase
risulta più spiccia, senza però generare ambiguità. Sia il soggetto di
"uscendo", sia la collocazione cronologia dell'azione, sono
immediatamente evidenti.

In italiano, forse, l'uso delle subordinate implicite (quelle coi modi
indefiniti) è ancora più ampio ed efficace, poiché noi abbiamo la
possibilità di sottintendere il soggetto, quando questo è un pronome
personale. Quindi il riferimento al soggetto, in questo caso "io", è
espressa dalla sola forma "uscii", in cui si riconosce immediatamente la
prima persona singolare. In inglese, in francese, questa possibilità non
c'è.

Se una frase subordinata implicita genera ambiguità, l'unica soluzione è
volgerla in esplicita (cioè col verbo in un modo finito). Però, come hai
già notato a proposito del gerundio, il senso dell'implicita è spesso
più sfumato. "Mentre uscivo" è sicuramente una frase temporale;
"uscendo" indica una generica circostanza, identificata soltanto da una
coincidenza temporale. La frase può esprimere una circostanza di tempo,
causa, modalità ecc., ma ciò rientra nell'ambito dell'interpretazione.
--
Maurizio Pistone - Torino
strenua nos exercet inertia Hor.
http://www.mauriziopistone.it
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Cingar
2007-02-09 09:22:16 UTC
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Post by Maurizio Pistone
[...]
il gerundio ha un soggetto (l'azione espressa dal gerundio viene
solitamente riferita ad un personaggio ben identificabile della frase);
non ha la coniugazione secondo persona e numero - come gli altri modi
indefiniti.
Piccola correzione: gli altri due modi indefiniti, infinito e
participio, si coniugano per numero (o meglio si declinano, essendo
forme nominali), e il participio anche per genere.

--
Cingar
r***@funware.org
2007-02-09 16:47:10 UTC
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Grazie per tutto l'aiuto, siete stati chiarissimi.
Post by Maurizio Pistone
il trapassato remoto si usa nelle frasi temporali introdotte da
"quando", "dopo che" ecc. In tutti gli altri casi si usa il trapassato
prossimo, indipendentemente da considerazioni cronologiche.
Mi sono accorto che in alcuni casi il trapassato remoto si puo'
rimpiazzare con altre forme: una frase corretta (se non sto' facendo
errori) "dopo che ebbe mangiato e bevuto" si puo' anche esprimere con
"dopo aver mangiato e bevuto", a me sembra comunicare la stessa idea
senza perdere di significato. Anche se e' un gusto personale (percio'
passatemi cio' che sto' dicendo), senza il "che" la seconda frase sembra
piu' agevole e semplice da leggere e pronunciare.
Potrei sbagliarmi, ma mi sembra che il trapassato remoto in italiano sia
in regressione, cioe' lentamente sta' venendo rimpiazzato da altre forme
meno legate da casi particolari. Puo' darsi che un giorno potrebbe
sparire dalla grammatica ufficiale, sostituito da qualcos'altro: anche
la mia difficolta' ad inquadrare il suo uso potrebbe essere un segno che
questo tempo stia lentamente perdendo il suo uso dentro il linguaggio.
Post by Maurizio Pistone
Questo solo perché il gerundio ha spesso come soggetto implicito lo
stesso soggetto della frase principale. Ma se così non fosse, o
volendo comunque esplicitare il soggetto, lo si può fare con pronomi o
Pur comunque svolgendo un ruolo di "sostiuire" qualcosa che altrimenti
dovrebbe essere espresso esplicitamente (e i vari ruoli del gerundio
dipende da cosa rimpiazza).
Su un testo che ho letto poneva anche questa osservazione, su cui sarei
interessato a conoscere le vostre opinioni. Spiegava che il gerundio
anticamente era molto usato, mentre nell'uso corrente invece si tende a
limitarne l'uso costruendo frasi molto piu' esplicite.
Si direbbe dunque che l'uso attuale preferisca (ossia non la vieta, ma
la consiglia solo in virtu' della chiarezza) impiegare il gerundio in
quei casi dove non ci sia possibilita' di fraintendere le cose che si
"sostituiscono" nelle frasi. In caso di dubbi, e' preferibile ricorrere
a forme piu' esplicite, seppur piu' elementari. Nell'esempio riportato,
l'uso corrente forse preferirebbe leggere:
"Poiche' sei socio della ditta appaltatrice, ti chiedo di astenerti da
questa votazione".
Il gerundio fa' la medesima funzione di "Poiche' sei" pero' sembra
trasmettere meno chiaramente il concetto di "causa", che si ricava
grazie al resto della frase.
Epimeteo
2007-02-09 17:53:50 UTC
Permalink
Post by r***@funware.org
Grazie per tutto l'aiuto, siete stati chiarissimi.
[...]
Post by r***@funware.org
Mi sono accorto che in alcuni casi il trapassato remoto si puo'
rimpiazzare con altre forme: una frase corretta (se non sto'
Uhm...
Post by r***@funware.org
Potrei sbagliarmi, ma mi sembra che il trapassato remoto in italiano sia
in regressione, cioe' lentamente sta'
[...]

Egregio Redpanda (non so come altro chiamarti perché non ti firmi e ignoro
se sei italiano o straniero),
vedo dai tuoi lunghi messaggi che sei un vero appassionato della linguistica
italiana (lo dico senza ironia) e che ami discutere i problemi della lingua
con proprietà di linguaggio, serietà e in profondità.
Visto che nessuno ha il coraggio o la voglia di dirtelo (in fondo si tratta
di convenzioni e di minutaglie da maestrina in confronto alla complessità
dei problemi da te sollevati), mi espongo io con una piccola raccomandazione
che mi auguro prenderai come un gesto di simpatia nei tuoi riguardi:
potresti evitare di mettere l'accento (in realtà tu metti l'apostrofo, ma io
so che si tratta di un accento) sulle forme verbali "so", "sa", "do", "fa",
e a volte anche sul pronome "me" e sull'avverbio "qui" (scrivo solo quelli
che mi ricordo di aver letto nei tuoi messaggi)?
Lo so, si tratta - lo ripeto - solo di convenzioni formali della lingua
italiana, più o meno giustificate (in realtà alcuni imperativi monosillabici
e troncati, come va', fa', sta', da', di' e tie', vogliono l'apostrofo per
testimoniare con una lacrimuccia, come diceva la mia maestra, la caduta
della sillaba finale) e mi chiedo se metti l'accento-apostrofo per
distrazione o volutamente. In questo secondo caso, potresti motivare la tua
scelta?

Eventualmente, se hai tempo e voglia, da' (con l'apostrofo) un'occhiata a
questo articoletto di Wikipedia relativo all'accento:
http://it.wikipedia.org/wiki/Accento_(ortografia)

Ciao,
Epimeteo
---
"... da una lacrima sul viso
ho capito molte cose,
dopo tanti tanti mesi ora sò
cosa sono per te..."
(cit. accentuata)
r***@funware.org
2007-02-09 21:24:33 UTC
Permalink
Post by Epimeteo
In questo secondo caso, potresti motivare la tua
scelta?
Vista la gentile domanda...
Un po' e' la fretta, le email sono la cosa che si tende a scrivere piu'
velocemente di tutte. Almeno e' la mia tendenza, sbagliata o giusta che
sia...
L'impiego dell'apostrofo e' a causa di una abitudine. Faccio uso di
computers gia' da anni, prima che i PC attuali si diffondessero
radicalmente. Prima dei PC, c'erano macchine su cui si disponeva solo
dei caratteri base senza quelli tipografici accentati (à,è,é,ò e cosi'
via): per gli accenti eri costretto a riciclare l'apostrofo (vi erano
MOLTE buone ragioni per cui erano costretti a farlo, ma non e' questo
l'NG in cui spiegarlo).
La mia abitudine di accentare apostrofando :D viene da quella
limitazione, e tutt'ora il mio cervello e' tanto abituato all'uso in
voga di quel tempo che sulla tastiera fa fatica a ricordarsi dove stiano
quelle lettere >.>.
E' possibile che molti lo usino non tanto per ignoranza sulla tastiera,
ma piuttosto per un'abitudine consolidata nata nel passato.

In ogni caso c'è anche poco stimolo per cambiare. La gente comprende lo
stesso che un "'" davanti ad alcune parole significa "accento" e lo
legge tale senza problemi, e nell'ambito colloquiale non sussiste il
bisogno della perfetta correttezza tipografica. Quando la gente ti
capisce e' piu' che soddisfatta.
Epimeteo
2007-02-10 06:45:48 UTC
Permalink
Post by r***@funware.org
Post by Epimeteo
In questo secondo caso, potresti motivare la tua
scelta?
Vista la gentile domanda...
Un po' e' la fretta, le email sono la cosa che si tende a scrivere piu'
velocemente di tutte. Almeno e' la mia tendenza, sbagliata o giusta che
sia...
(snip sconsolato)
Post by r***@funware.org
In ogni caso c'è anche poco stimolo per cambiare. La gente comprende lo
stesso che un "'" davanti ad alcune parole significa "accento" e lo legge
tale senza problemi, e nell'ambito colloquiale non sussiste il bisogno
della perfetta correttezza tipografica. Quando la gente ti capisce e'
piu' che soddisfatta.
Ahimè, temo di non essermi fatto capire, perché volevo dire un'altra cosa...
:-((

Non importa, in fondo non è morto nessuno e credo che nessuno morirà per
"ipertonificazione"...

Ciao,
Epimeteo
---
"... gloria nell'alto dei cieli
ma non c'è pace quaggiù,
non ho bisogno di veli
sei già un angelo tù,
che accendi un diavolo in mè,
perché c'è un diavolo in mè, baby..."
(cit. ipertonica)
Myszka
2007-02-10 07:10:49 UTC
Permalink
Post by r***@funware.org
Post by Epimeteo
In questo secondo caso, potresti motivare la tua
scelta?
Vista la gentile domanda...
Un po' e' la fretta, le email sono la cosa che si tende a scrivere piu'
velocemente di tutte. Almeno e' la mia tendenza, sbagliata o giusta che
sia...
Io sono un'altro che usa quel simboletto per rimediare al fatto che
nell'ASCII base non ci sono le lettere accentate.

Pero', Redpanda, secondo me Epimeteo voleva gentilmente far notare che
(accento o apostrofo a parte) in alcuni casi hai messo quel simbolo dove
non andrebbe. Per esempio: qui' :)

Pero' o però pari sono. Qui e qui' (o quì) no :)

(nemmeno un po' e un pò, anche se spesso l'abuso forma dei pò :)
FatherMcKenzie
2007-02-10 06:11:40 UTC
Permalink
Tutta la gente sola, da dove viene? Tutta la gente sola, dove ha il
suo posto? "Epimeteo" <***@tin.it> raccoglie il riso nella chiesa
dove si è celebrato un matrimonio, vive in un sogno.
Post by Epimeteo
di convenzioni e di minutaglie da maestrina
che l'Uso spazzerà via nel giro di un clic su Gugl
--
"Tutto ciò che si può dire lo si può dire chiaramente.
Su ciò di cui non si può parlare si deve tacere".
(Ludwig Wittgenstein)
FatherMcKenzie
2007-02-10 06:09:33 UTC
Permalink
Tutta la gente sola, da dove viene? Tutta la gente sola, dove ha il
suo posto? "***@funware.org" <***@funware.org> raccoglie il
riso nella chiesa dove si è celebrato un matrimonio, vive in un sogno.
Post by r***@funware.org
(se non sto' facendo
errori)
ehm
--
"Tutto ciò che si può dire lo si può dire chiaramente.
Su ciò di cui non si può parlare si deve tacere".
(Ludwig Wittgenstein)
Roger
2007-02-10 09:33:51 UTC
Permalink
seppur abbia consultato gia' qualche libro e altri fonti (come internet),
ho comunque qualche incertezza sul senso. Per me'
Gasp!
il che e' la cosa che a me'
Rigasp!
2- Il Gerundio e' un altro tempo che mi sta'
Ririgasp!
Qui'
Aaarrghh!
E' un tempo che permette di dire che il soggetto fa'
Riraaarrghh!
resta pur non essendo espressa direttamente come la fa'
Gulp!
Sull'aspetto della contemporaneita', qui'
Rigulp!
-Anche se il gerundio esprime "un modo di agire o di essere", qui'
Ririgulp!
- Anche in questo caso, l'idea della contemporaneita' mi fa'
[mi fermo qui' :-)]

Roger
--
FAQ di ICLIt:
http://www.mauriziopistone.it/linguaitaliana.html

"Poveretto colui che per vedere le stelle ha bisogno di una botta in testa."
(Stanislaw J. Lec)
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