abc
2020-12-20 06:38:17 UTC
"Chissà se venerdì Luis Suarez, prima di segnare una doppietta con la
maglia dell’Atletico Madrid, davanti al procuratore capo di Perugia,
Raffaele Cantone, abbia pensato a quella mattina con la «cocummella».
Quando cioè il suo esame d’italiano propedeutico alla cittadinanza
raggiunse l’apice del grottesco: «Il bambino porta cocummella, mangiare»
rispondeva il centravanti uruguaiano a una delle domande che aveva
precedentemente concordato con la commissione. «Cocummella? Cocomeri!!
Ahahahah» ridevano gli insegnanti, promuovendolo comunque a pieni voti.
Ma non prima però di avergli fatto firmare autografi per i figli dei
colleghi e aver scattato foto di rito come pubblicità per l’ateneo.
«È vero, mi avevano inviato prima delle domande che potevano essere
quelle della prova» ha spiegato il calciatore, in videoconferenza dalla
Spagna, al procuratore Cantone che indaga su quell’esame. Un’ammissione
però inevitabile. Per almeno due circostanze: Suarez ha dovuto sostenere
l’interrogatorio alla presenza di un interprete, perché non conosceva
l’italiano. Questo sarebbe bastato per certificare la sua (non)
conoscenza dell’italiano.
La seconda: l’intero esame sostenuto da Suarez è stato registrato dagli
investigatori della Guardia di Finanza. Basta ascoltarlo qualche secondo
per capire che si è trattato soltanto di una farsa: «Io sono calciatore
professionista. A 15 anni cominciare a giocare a calcio» dice agli
esaminatori. I verbi sono coniugati sempre e soltanto all’infinito,
nonostante avesse avuto le domande già pronte nei giorni precedenti.
«Mia famiglia molto numerosa. Cinquo ermano eh… cinquo fratelli». Non va
meglio quando c’è la simulazione di una chiacchierata. Suarez deve
parlare di una gita con la famiglia fuori porta. «Sono preoccupato
porché non ho molto tempo da stare in famiglia, giocare alla
playstation». «Fai una gita fuori porta» gli dice, come da copione, il
professore. «Ora parlare con mia moglie e chiedere».
Che Suarez fosse un "A1", livello minimo di base della conoscenza della
lingua, e non un "B1" livello intermedio, d’altronde lo ammettono gli
stessi esaminatori mentre sono intercettati dai militari della Finanza.
«Non spiccica una parola, ma non gli puoi fare saltare 10 milioni di
stipendio perché non ha il B1…». I motivi per cui il calciatore viene
comunque promosso sono, secondo gli investigatori, sostanzialmente due:
la pubblicità che l’ateneo avrebbe avuto dall’operazione. E le pressioni
ricevute. «Caro Maurizio» scrive la rettrice dell’Università per gli
Stranieri, Giuliana Grego, dimessasi nei giorni scorsi dopo essere stata
sospesa dalla procura, al collega rettore dell’università degli studi di
Perugia, Maurizio Oliviero, «grazie per Suarez! Non avrei mai immaginato
cosa e quali interessi potesse muovere il calcio. E comunque è buona
pubblicità per tutti, per Perugia e per l’Umbria»."
Da "Repubblica" di oggi.
maglia dell’Atletico Madrid, davanti al procuratore capo di Perugia,
Raffaele Cantone, abbia pensato a quella mattina con la «cocummella».
Quando cioè il suo esame d’italiano propedeutico alla cittadinanza
raggiunse l’apice del grottesco: «Il bambino porta cocummella, mangiare»
rispondeva il centravanti uruguaiano a una delle domande che aveva
precedentemente concordato con la commissione. «Cocummella? Cocomeri!!
Ahahahah» ridevano gli insegnanti, promuovendolo comunque a pieni voti.
Ma non prima però di avergli fatto firmare autografi per i figli dei
colleghi e aver scattato foto di rito come pubblicità per l’ateneo.
«È vero, mi avevano inviato prima delle domande che potevano essere
quelle della prova» ha spiegato il calciatore, in videoconferenza dalla
Spagna, al procuratore Cantone che indaga su quell’esame. Un’ammissione
però inevitabile. Per almeno due circostanze: Suarez ha dovuto sostenere
l’interrogatorio alla presenza di un interprete, perché non conosceva
l’italiano. Questo sarebbe bastato per certificare la sua (non)
conoscenza dell’italiano.
La seconda: l’intero esame sostenuto da Suarez è stato registrato dagli
investigatori della Guardia di Finanza. Basta ascoltarlo qualche secondo
per capire che si è trattato soltanto di una farsa: «Io sono calciatore
professionista. A 15 anni cominciare a giocare a calcio» dice agli
esaminatori. I verbi sono coniugati sempre e soltanto all’infinito,
nonostante avesse avuto le domande già pronte nei giorni precedenti.
«Mia famiglia molto numerosa. Cinquo ermano eh… cinquo fratelli». Non va
meglio quando c’è la simulazione di una chiacchierata. Suarez deve
parlare di una gita con la famiglia fuori porta. «Sono preoccupato
porché non ho molto tempo da stare in famiglia, giocare alla
playstation». «Fai una gita fuori porta» gli dice, come da copione, il
professore. «Ora parlare con mia moglie e chiedere».
Che Suarez fosse un "A1", livello minimo di base della conoscenza della
lingua, e non un "B1" livello intermedio, d’altronde lo ammettono gli
stessi esaminatori mentre sono intercettati dai militari della Finanza.
«Non spiccica una parola, ma non gli puoi fare saltare 10 milioni di
stipendio perché non ha il B1…». I motivi per cui il calciatore viene
comunque promosso sono, secondo gli investigatori, sostanzialmente due:
la pubblicità che l’ateneo avrebbe avuto dall’operazione. E le pressioni
ricevute. «Caro Maurizio» scrive la rettrice dell’Università per gli
Stranieri, Giuliana Grego, dimessasi nei giorni scorsi dopo essere stata
sospesa dalla procura, al collega rettore dell’università degli studi di
Perugia, Maurizio Oliviero, «grazie per Suarez! Non avrei mai immaginato
cosa e quali interessi potesse muovere il calcio. E comunque è buona
pubblicità per tutti, per Perugia e per l’Umbria»."
Da "Repubblica" di oggi.