Discussione:
Come ci si regola?
(troppo vecchio per rispondere)
Fiorelisa
2006-05-18 09:59:46 UTC
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Ieri mi è capitato tra le mani un articolo in cui si parlava di Semiramide.
Chi ha scritto ha pensato di segnalare la corretta pronuncia del nome,
per cui ha scritto "Semiràmide" con l'accento sulla "a".
Il fatto è che lui ha continuato a mettere l'accento ogni volta che
doveva scrivere quel nome, e la cosa a me è sembrata molto fastidiosa.
Non si può mettere l'accento la prima volta, confidando che poi il
lettore se lo ricordi? Chiedo. ^_^
FB
2006-05-18 10:51:51 UTC
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Post by Fiorelisa
Ieri mi è capitato tra le mani un articolo in cui si parlava di Semiramide.
Chi ha scritto ha pensato di segnalare la corretta pronuncia del nome,
per cui ha scritto "Semiràmide" con l'accento sulla "a".
Il fatto è che lui ha continuato a mettere l'accento ogni volta che
doveva scrivere quel nome, e la cosa a me è sembrata molto fastidiosa.
Non si può mettere l'accento la prima volta, confidando che poi il
lettore se lo ricordi? Chiedo. ^_^
Direi che si fa così, anzi. Non siamo mica spagnoli.


Ciao, FB
Enrico C
2006-05-18 13:59:57 UTC
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Direi che si fa così, anzi. Non siamo mica spagnoli.
Come fanno gli spagnoli?
FB
2006-05-18 14:18:40 UTC
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Post by Enrico C
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Direi che si fa così, anzi. Non siamo mica spagnoli.
Come fanno gli spagnoli?
Mica mettono sempre l'accento su tutte le parole non piane?

Ciao, FB
Enrico Gregorio
2006-05-18 16:55:15 UTC
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Post by Enrico C
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Direi che si fa così, anzi. Non siamo mica spagnoli.
Come fanno gli spagnoli?
Mica mettono sempre l'accento su tutte le parole non piane?
La regola dell'accento spagnolo è piuttosto complicata.
Per esempio si deve scrivere "González" e "Ramón Díaz"

Da <http://www.sgci.mec.es/redele/revista4/perez.shtml>

- Si la palabra termina en vocal o en vocal + /n/ o /s/ lo normal es
que sea llana y no lleva acento. Pero si no es normal, si no es llana,
hay que ponerle acento siempre.
 
- Si la palabra no termina en vocal ni en /n/ ni en /s/, lo normal es
que sea aguda y no lleva acento, pero si no es normal, si no es aguda,
hay que ponerle acento siempre.
 
Estas reglas de acentuación se pueden reducir a una simple norma: solo
llevan acento ortográfico las palabras que no son normales. Entendiendo
por normal un simple asunto de estadística, de mayoría numérica: las
palabras españolas que acaban en vocal, n o s, son en su mayoría
llanas, mientras que las que acaban en otra consonante son
mayoritariamente agudas.

- Si le corresponde llevar tilde a una sílaba con diptongo o triptongo
hay que ponerla siempre sobre la vocal abierta o fuerte (a, e, o), o
sobre la segunda, si las dos son cerradas o débiles (i, u). Lo normal,
como hemos dicho, es que una vocal fuerte y otra débil formen diptongo
(o triptongo) y el acento vaya en la abierta, pero si el acento cae en
la vocal cerrada (débil) ésta se hace fuerte y se pronuncian como dos
sílabas separadas, no forman diptongo. Esto no es lo normal y hay que
marcarlo con una tilde sobre la vocal cerrada (/i/, /u/, que es sobre
la que cae el acento en este caso), pues de no hacerlo formarían un
diptongo: sa-bí-a, ba-úl, ra-íz. Esta combinación de vocales en sílabas
distintas se llama hiato. En estos casos no importa si son palabras
agudas o llanas, lo importante es que no es una combinación normal de
vocales (como sería el diptongo) y por tanto debemos marcarlo con una
tilde.

- A las palabras de una sola sílaba no les ponemos acentos pues no
tiene sentido pensar en cuál es la fuerte.
 
- Hay algunas palabras a las que les ponemos una tilde diacrítica para
diferenciarlas de otras que se escriben igual, pero ese ya no es un
acento prosódico. Muchas de ellas son monosílabos: el/él, mi/mí, tu/tú,
si/sí, de/dé, se/sé, te/té, mas/más, aun/aún. También los demostrativos
éste, ésta, ése, ésa, aquél y aquélla, y sus plurales, pueden
escribirse con tilde cuando funcionan como pronombres (esto, eso y
aquello no llevan tilde nunca, ya que no existen los adjetivos
correspondientes), así como el adverbio sólo, pero es mejor ponerles
acento solo cuando haya riesgo de ambigüedad. Todas las palabras
interrogativas y exclamativas: cómo, cuál, quién, qué, dónde, cuándo,
cuánto, cuán... se escriben siempre con acento aunque no existan signos
de interrogación o admiración (pero solo si se refieren a ellas. Así
en: ¿Me llamas cuando llegues?, cuando no lleva tilde).

- Para las palabras compuestas se aplican las normas generales y se
pone tilde sólo en la última palabra -si le corresponde llevarla:
contrapié, tiovivo, asimismo... Pero si las palabras se unen mediante
guión (conservando la primera invariante la terminación masculina
singular), cada vocablo conserva su tilde si ya la tenía previamente:
físico-químico, anglo-soviético...
 
- También se aplican las normas generales a las formas verbales a las
que se añaden uno o varios pronombres poniéndose tilde cuando resulta
una palabra esdrújula o sobreesdrújula,: vámonos, dáselo, cómpramelo...
 
- En los adverbios de modo formados mediante la adición del sufijo
/-mente/ se mantiene la tilde del adjetivo que lo origina si éste ya la
tenía: ágil-mente, rápida-mente... pero, alegremente, tristemente; ya
que tienen en realidad dos acentos y la expresión escrita debe
corresponderse con la oral.

Ciao
Enrico
Enrico C
2006-05-18 13:53:09 UTC
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Post by Fiorelisa
Ieri mi è capitato tra le mani un articolo in cui si parlava di Semiramide.
Chi ha scritto ha pensato di segnalare la corretta pronuncia del nome,
per cui ha scritto "Semiràmide" con l'accento sulla "a".
Il fatto è che lui ha continuato a mettere l'accento ogni volta che
doveva scrivere quel nome, e la cosa a me è sembrata molto fastidiosa.
Non si può mettere l'accento la prima volta, confidando che poi il
lettore se lo ricordi? Chiedo. ^_^
Confidi troppo sulla linearità della lettura, che invece può
procedere per salti di cavallo, a passo del gambero, a zigozago, a
intermittenza... :)
Fiorelisa
2006-05-18 17:18:18 UTC
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Post by Enrico C
Post by Fiorelisa
Ieri mi è capitato tra le mani un articolo in cui si parlava di Semiramide.
Chi ha scritto ha pensato di segnalare la corretta pronuncia del nome,
per cui ha scritto "Semiràmide" con l'accento sulla "a".
Il fatto è che lui ha continuato a mettere l'accento ogni volta che
doveva scrivere quel nome, e la cosa a me è sembrata molto fastidiosa.
Non si può mettere l'accento la prima volta, confidando che poi il
lettore se lo ricordi? Chiedo. ^_^
Confidi troppo sulla linearità della lettura, che invece può
procedere per salti di cavallo, a passo del gambero, a zigozago, a
intermittenza... :)
Anche questo è vero... Ma chi legge dall'inizio alla fine... brrr!:(
E se io scrivo un libro su Semiramide devo scrivere sempre "Semiràmide"
dall'inizio alla fine del libro per venire incontro a chi "spizzica"? Ma
che si arrangino! :)

Karla
2006-05-18 16:59:16 UTC
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Post by Fiorelisa
Ieri mi è capitato tra le mani un articolo in cui si parlava di Semiramide.
Chi ha scritto ha pensato di segnalare la corretta pronuncia del nome,
per cui ha scritto "Semiràmide" con l'accento sulla "a".
Il fatto è che lui ha continuato a mettere l'accento ogni volta che
doveva scrivere quel nome, e la cosa a me è sembrata molto fastidiosa.
Non si può mettere l'accento la prima volta, confidando che poi il
lettore se lo ricordi? Chiedo. ^_^
Meglio abbondare... ci può sempre essere chi legge Semiramìde. :-)

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