AAtt
2006-09-28 08:10:42 UTC
Domando:
quale delle due parole, secondo voi, sarebbe più corretto usare nella
lingua italiana?
I docenti e i burocrati delle università italiane si presentano
piuttosto divisi al riguardo di come chiamare il docente od esperto che
svolge l'importante ruolo di esaminare la tesi del laureando per
stimolare la discussione, avanzare delle obiezioni, ecc.
- pro: CORRELATORE -
Da una mia ricerca in Internet, risulterebbe che i sostenitori della
"doppia R" (in grande maggioranza) lo facciano per uno o più dei
seguenti motivi:
RR.1) tutti i vocabolari o dizionari della lingua italiana riportano
"correlatore", ed anzi in molti il termine a singola R (e così pure
co-relatore) non è neppure minimamente citato come possibile anche se
più rara alternativa;
RR.2) si tratta di un caso di raddoppio sintattico (es.:
correligionario, corresponsabile, ecc.) che viene spontaneo nel
parlare, e quindi entrato definitivamente nell'uso comune
della nostra lingua;
RR.3) la maggior parte di quelli che si ostinano a dire "corelatore"
sono di Roma o di origine laziale; come risaputo, in quel vernacolo la
riduzione di "RR" a "R" è molto comune nel linguaggio parlato ;-))
RR.4) non c'è alcun problema con un possibile equivoco con l'aggettivo
sostantivato derivabile dal verbo "correlare", dato che in
quest'ultimo senso "correlatore" come "colui che correla" è inusitato
o addirittura inesistente.
--- Molto bene....
...vi dico subito, però, che io sono decisamente contrario a tutti e
quattro i punti "RR", ed
ecco le obiezioni (non solo mie, ma anche di affermati docenti esperti
di Linguistica):
- pro: CORELATORE -
R.1) il fatto che tutti o quasi i vocabolari o dizionari indichino
"correlatore", e poco o nulla "corelatore", non implica affatto, dal
punto di vista logico, che non si trovino in errore o in difetto di
citazione di alternative minoritarie. Essi non sono la Bibbia, non sono
assoluti e fermi nel tempo, potranno essere rettificati benissimo (o
quanto meno citare tutte le possibili alternative, se non altro per
correttezza e affidabilità). Semplicemente in essi prevale la doppia R
solo perchè è entrata maggiormente nell'uso comune;
R.2) il fatto che nel linguaggio comune si usi di più "correlatore"
perchè il raddoppio
viene spontaneo, non significa affatto che non sia opportuno in questo
caso fare un'eccezione, dato che esiste il possibile equivoco con
"correlatore" come derivato
da "correlare". Inoltre, questa del raddoppio non è affatto una regola
obbligatoria: per esempio sarebbe ridicolo dire "coppilota",
"coggestore", ecc. non vi pare?
E allora - in questo caso particolare almeno - dovrebbe valere il
principio linguistico della riduzione al minimo della possibilità di
equivoco fra i termini. Certamente, a chi si allude si può facilmente
evincere dal contesto (ad es. fra una seduta di laurea ed un problema
di fisica statistica sarebbe chiaro a quale tipo di "correlatore" si
stia alludendo, ma mettiamo, che situazione imbarazzante si creerebbe
se il "correlatore" dovesse, ad esempio, trovare sulla copertina di una
tesi, oltre al suo nome dopo "correlatore", anche il titolo "Utilizzo
del correlatore nell'analisi di funzioni statistiche"?);
R.3) non è affatto vero che "corelatore" lo usino solo negli atenei
...laziali. Si possono
trovare validi esempi anche alle Università di Catania come pure a
Milano. E' solo la
percentuale che cambia. Quelli che usano "RR" - i quali spesso però lo
fanno in modo
inconscio e per imitazione spontanea dell'uso corrente - sono in
stragrande maggioranza;
un esperto mi ha riferito che il rapporto RR:R vale circa 14:1. Questo
dato strabiliante
però non implica affatto che quello stimato Docente, sostenitore di
"corelatore"
dopo profonda riflessione, sia l'unico imbecille in mezzo a 15,
altrettanto stimati
professori universitari, i quali però, forse per mancanza di tempo o
perchè considerano
il problema irrilevante, si affidano alla maggioranza vincente
(l'unione, si sa, fa la forza... , ma d'altronde come scriveva Orwell
in 1984, "l' Ignoranza è Forza");
R.4) non è affatto vero che "correlatore" da "correlare" sia usato
pochissimo; ho fatto già l'esempio di un possibile operatore
statistico-matematico; un altro esempio è fornito dal seguente:
"Correlatore = calcolatore elettronico analogico destinato al calcolo
di coefficienti di correlazione tra grandezze variabili" (v.
demauroparavia.it) ... e come la metteremmo col professore
"correlatore" di una tesi su "Utilizzo del correlatore informatico per
l'analisi di distribuzione statistica del numero dei relatori e dei
correlatori delle tesi di laurea svoltesi in Italia dal... al...)?
---
In conclusione del mio ragionamento: suggerirei ai responsabili di
tutti i più noti dizionari e vocabolari della Lingua italiana di
aggiungere, se non l'hanno già fatto, almeno la menzione delle,
validissime, alternative "co-relatore" o "corelatore", precisando che
sono di uso assai meno corrente (ma non per questo meno valido!) di
"correlatore".
Ed alla CRUI di fare chiarezza definitiva su questa spinosa questione,
che ha purtroppo degli sgradevoli risvolti burocratici.
Cordiali saluti,
Attilio
quale delle due parole, secondo voi, sarebbe più corretto usare nella
lingua italiana?
I docenti e i burocrati delle università italiane si presentano
piuttosto divisi al riguardo di come chiamare il docente od esperto che
svolge l'importante ruolo di esaminare la tesi del laureando per
stimolare la discussione, avanzare delle obiezioni, ecc.
- pro: CORRELATORE -
Da una mia ricerca in Internet, risulterebbe che i sostenitori della
"doppia R" (in grande maggioranza) lo facciano per uno o più dei
seguenti motivi:
RR.1) tutti i vocabolari o dizionari della lingua italiana riportano
"correlatore", ed anzi in molti il termine a singola R (e così pure
co-relatore) non è neppure minimamente citato come possibile anche se
più rara alternativa;
RR.2) si tratta di un caso di raddoppio sintattico (es.:
correligionario, corresponsabile, ecc.) che viene spontaneo nel
parlare, e quindi entrato definitivamente nell'uso comune
della nostra lingua;
RR.3) la maggior parte di quelli che si ostinano a dire "corelatore"
sono di Roma o di origine laziale; come risaputo, in quel vernacolo la
riduzione di "RR" a "R" è molto comune nel linguaggio parlato ;-))
RR.4) non c'è alcun problema con un possibile equivoco con l'aggettivo
sostantivato derivabile dal verbo "correlare", dato che in
quest'ultimo senso "correlatore" come "colui che correla" è inusitato
o addirittura inesistente.
--- Molto bene....
...vi dico subito, però, che io sono decisamente contrario a tutti e
quattro i punti "RR", ed
ecco le obiezioni (non solo mie, ma anche di affermati docenti esperti
di Linguistica):
- pro: CORELATORE -
R.1) il fatto che tutti o quasi i vocabolari o dizionari indichino
"correlatore", e poco o nulla "corelatore", non implica affatto, dal
punto di vista logico, che non si trovino in errore o in difetto di
citazione di alternative minoritarie. Essi non sono la Bibbia, non sono
assoluti e fermi nel tempo, potranno essere rettificati benissimo (o
quanto meno citare tutte le possibili alternative, se non altro per
correttezza e affidabilità). Semplicemente in essi prevale la doppia R
solo perchè è entrata maggiormente nell'uso comune;
R.2) il fatto che nel linguaggio comune si usi di più "correlatore"
perchè il raddoppio
viene spontaneo, non significa affatto che non sia opportuno in questo
caso fare un'eccezione, dato che esiste il possibile equivoco con
"correlatore" come derivato
da "correlare". Inoltre, questa del raddoppio non è affatto una regola
obbligatoria: per esempio sarebbe ridicolo dire "coppilota",
"coggestore", ecc. non vi pare?
E allora - in questo caso particolare almeno - dovrebbe valere il
principio linguistico della riduzione al minimo della possibilità di
equivoco fra i termini. Certamente, a chi si allude si può facilmente
evincere dal contesto (ad es. fra una seduta di laurea ed un problema
di fisica statistica sarebbe chiaro a quale tipo di "correlatore" si
stia alludendo, ma mettiamo, che situazione imbarazzante si creerebbe
se il "correlatore" dovesse, ad esempio, trovare sulla copertina di una
tesi, oltre al suo nome dopo "correlatore", anche il titolo "Utilizzo
del correlatore nell'analisi di funzioni statistiche"?);
R.3) non è affatto vero che "corelatore" lo usino solo negli atenei
...laziali. Si possono
trovare validi esempi anche alle Università di Catania come pure a
Milano. E' solo la
percentuale che cambia. Quelli che usano "RR" - i quali spesso però lo
fanno in modo
inconscio e per imitazione spontanea dell'uso corrente - sono in
stragrande maggioranza;
un esperto mi ha riferito che il rapporto RR:R vale circa 14:1. Questo
dato strabiliante
però non implica affatto che quello stimato Docente, sostenitore di
"corelatore"
dopo profonda riflessione, sia l'unico imbecille in mezzo a 15,
altrettanto stimati
professori universitari, i quali però, forse per mancanza di tempo o
perchè considerano
il problema irrilevante, si affidano alla maggioranza vincente
(l'unione, si sa, fa la forza... , ma d'altronde come scriveva Orwell
in 1984, "l' Ignoranza è Forza");
R.4) non è affatto vero che "correlatore" da "correlare" sia usato
pochissimo; ho fatto già l'esempio di un possibile operatore
statistico-matematico; un altro esempio è fornito dal seguente:
"Correlatore = calcolatore elettronico analogico destinato al calcolo
di coefficienti di correlazione tra grandezze variabili" (v.
demauroparavia.it) ... e come la metteremmo col professore
"correlatore" di una tesi su "Utilizzo del correlatore informatico per
l'analisi di distribuzione statistica del numero dei relatori e dei
correlatori delle tesi di laurea svoltesi in Italia dal... al...)?
---
In conclusione del mio ragionamento: suggerirei ai responsabili di
tutti i più noti dizionari e vocabolari della Lingua italiana di
aggiungere, se non l'hanno già fatto, almeno la menzione delle,
validissime, alternative "co-relatore" o "corelatore", precisando che
sono di uso assai meno corrente (ma non per questo meno valido!) di
"correlatore".
Ed alla CRUI di fare chiarezza definitiva su questa spinosa questione,
che ha purtroppo degli sgradevoli risvolti burocratici.
Cordiali saluti,
Attilio