Post by Davide PioggiaPost by KlaramPerò riprta anche "fé m/u/stra" per "far finta" e "m/u/stré, in
significato neutro fingere, far vista, dare a intendere".
Mi servirebbe un altro chiarimento, perché m'è venuto un dubbio.
Da noi c'è un sfumatura semantica. Se proponi a uno di comportarsi come
se la realtà fosse diversa, gli dici _fa cont ad_, cioè, letteralmente «fai
conto di». In questo caso non gli stai dicendo di fare una finzione davanti
ad altri, ma, semmai, la finzione la deve fare con sé stesso. Al di là della
finzione, può essere anche una semplice supposizione, o l'assunto di un
raggionamento deduttivo. Ad esempio se dici «facciamo conto che...» stai
appunto proponendo al tuo interlocutore di dar per buono un certo assunto,
indipendente dal fatto che sia vero.
Ora, in questi casi la "finzione" non è rivolta ad altri, per cui non c'è
niente da "mostrare", e la costruzione che proponi tu io la percepirei come
impropria (ma questo secondo la mia sensibilità semantica).
Da voi si trova questo "far conto"?
Certo. Mentre "far finta" anche in italiano, può non avere
connotazioni negative, può voler dire solo immaginare, oppure può avrle
nel senso di ingannare, "far conto" non ha mai significato negativo.
Fé cont, immaginare, supporre, proporsi.
Qualcuno mi offre un caffé, "grazie, ma ne ho già presi due", e se
insiste "fa cont che l'abbia preso".
"I farìa cont ëd parte doman" penserei di partire domani.
"Fé gnun cont" non dare importanza, ecc.
Per "fé mostra" il Gribàud dà fingere, simulare.
Io però non percepisco le sfumature, perché ormai è stato soppiantato
da "fé finta" e non lo uso mai.
A proposito di italianizzazione dei dialetti, ho letto una citazione di
Baldini sul tuo dialetto:
"Da tempo anche il dialetto del mio paese [Sant'Arcangelo di Romagna]
sta imparando l'italiano. Chi dice più "ciutéur" o "burcett"? oggi si
dice "tap" o "scarpéun".
Ancora qualche decennio fa il dialetto del mio paese non aveva i momi
per indicare due stagioni, la primavera e l'autunno. La primavera era
"la stasòun bóna", la stagione buona, l'autunno era era "la
rinfrischèda", la rinfrescata, o anche "pr'e' frèsch", per il fresco.
Oggi che si può dire "primavera" o "autónn", il dialetto
paradossalmante è un po' più povero."
Ciuteur mi ricorda molto la nostra ci/u/enda. :-))
k