Post by EpimeteoPost by lablablab.comSe si vuole recuperare la dicitura originale, ci vuole o no l'accento?
O è un segno inserito dai redattori per ragioni metriche?
Non sono sicuro di capire bene la tua domanda.
Così di ponte in ponte, altro parlando
che la mia comedia cantar non cura
venimmo, e tenevamo il colmo quando
restammo per veder l'alta fessura
di Malebolge, e gli altri pianti vani
e vidila mirabilmente oscura.
Qui comedia ha chiaramente l'accento sulla i. Ma questo accento, va
scritto o no? Se io scrivo Comedia, tutti leggeranno Comèdia, o
Comédia, nessuno Comedìa. Ma non so se è la grafia dell'originale, a
occhio e croce direi di no. La metrica non lascia campo ad errori.
Dunque sarebbe un uso che "somiglia meglio" al luogo dove è stato
scavato.
Ecco un bell'esempio di come sia comodo falsificare sempre un po'.
Tutti dicono "Divina Commedia", che comunque è molto lontano
dall'originale e non sembra proprio che ci sia la necessità di andare
a cambiare proprio il nome che il poeta aveva messo alla sua creazine.
Non vi pare bislacco? Tutti a genuflettersi, sì, Dante, sei grande,
sei il massimo, ma alla tua opera permettici almeno di cambiargli il
nome. Anzi, dato che per fortuna ti sei levato dagli zebbedei, noi il
nome adesso te lo cambiamo, ai tuoi cento canti, senza chiederti il
permesso. No, dico. Avrà ben saputo Dante scegliere le parole? Ci
voleva forse l'intervento di Boccaccio? Ma che diamine vuole,
Boccaccio? E poi, che aggettivo! "Divina". Oh ma se non gliel'ha messo
lui Dante, che di divinità se ne intendeva, glielo vuole mettere ser
Giovanni? E chi gliel'ha chiesto? Veri pecoroni sono poi quelli che
adottano tale formula che forza il suo oggetto in una cassa non sua
ogniqualvolta viene pronunciata. Non c'è altra giustificazione che il
"fanno tutti così", ma si potrebbe cominciare a sostenere, nelle sedi
adeguate (qui, alla Crusca, o al Bosco Parrasio) che sarebbe ora di
smetterla. Tanto più che ormai si rischia che qualche occhiuto
leguleio baciapile à la Broadway aggredisca a colpi di raccomandate
con ricevuta di ritorno chiunque osi adoperare la parola boccaccesca
registrata. E' un po' il furto di uno sfregio, ci si respira un clima
da periferia di metropoli.
Vi sarebbe un altro argomento, legato al fatto che in molti punti si
trovano effetti comici e grotteschi. Pare che sia questa la perdita
che segue all'introduzione del "divina", nel senso che alcuni proprio
non se ne accorgono. Ma non so se vi interessa e, per dire la verità,
nemmeno se è giusto.
Ho sentito Cacciari sostenere che Dante diceva Comedìa, ma su quali
basi. Diceva "comedìa quando parlava"? O solo quando poetava? Chissà
come parlava, che voce aveva.
Ma insomma credo che dell'accento, in una elencazione di titoli,
laddove si opti per Comedìa, non si possa fare a meno. L'altra
possibilità è usare il termine Commedia.
Ciao, N.
P.S. Si dice che il Sommo non sapesse il greco.