Post by Davide PioggiaNon si può certo dire che l'"analisi logica" non sia una scienza
democratica: essa procede addirittura per alzata di mano.
Scrivono Francesco Sabatini e Luca Coletti in "La lingua italiana",
Giunti 1999:
- - - -
[...] la classificazione e denominazione dei "complementi" si basa sul
loro contenuto concettuale. Quest'ultimo dev'essere certamente
congruente perché regga il collegamento (o accostamento) agli altri
componenti della frase, ma di per sé non determina il ruolo sintattico
dell'elemento nella struttura della frase: ed es., l'espresisione "in
campagna", di per sé esprime un concetto di "stato in luogo", ma può
avere valore di argomento se è legata al verbo "vivere" (nel senso di
"risiedere"), come nella frase "Piero vive incampagna", oppure di
espansione della farse in "in campagna Piero compone musica". Soltanto
il complemento ggetto diretto e in molti casi il complemento oggetto
indiretto (o "di termine") hanno rilievo strutturale, in quanto
coincidono con tipici argomenti del verbo.
La classificazione dei complementi, così minuziosamente tentata
dall'analisi logica tradizionale, è dunque più che altro un esercizio
di semantica: è, in sostanza, un tentativo di inquadramento
concettuale degli aspetti della realtà, quali possono essere il tempo,
il luogo, il mezzo, il fine, la causa, il modo, la qualità, la colpa,
la pena, il prezzo, il vantaggio o svantaggio, ecc. Questo sforzo di
caratterizzare gli aspèetti delal realtà può aiutare a comprendere il
significato delle frasi e dei messaggi; ma, a parte il suo scarso
rendimento per rilevare l'impalcatura generale della frase, è ben noto
che tali classificazioni non sono mai assolutamente nette, dato che lo
stesso tratto della reltà può essere interpretato e classificato da
punti di vista diversi: ad es., in "barca a vela" l'espressione "a
vela" può essere intesa come indicazione del mezzo con cui si muove la
barca o anche come indicazione del tipo o qualità di barca; e così è
difficile dire se nell'espressione "giocare a tennis" vi sia un'idea
di "mezzo" (giocare con il tennis) o di "modalità". [...]
- - - -
Come vedi la tua paradossale affermazione non è poi così paradossale.
Post by Davide PioggiaForse la logica dovrebbe prendere esempio dalla "analisi logica". Supponiamo
che siano date due proposizioni A e B, e che si voglia stabilire sotto quali
condizioni sia vera la proposizione composta A&B. Qualcuno dirà che basta
che sia vera A, qualcuno altro che basta che sia vera B, altri magari
proveranno a dire che devono essere vere entrambe, ma ad altri ancora queste
pretese parranno eccessive, per cui probabilmente alla fine si deciderà -
per alzata di mano - che affinché A&B sia vera è del tutto irrilevante che lo
siano anche A o B.
Esempio infelice, direi. Nella logica (delle proposizioni), il "valore
di verità" di una proposizione composta è definito in modo
assiomatico.
Ciao.
Gian Carlo