Discussione:
Sulle traduzioni
(troppo vecchio per rispondere)
Alessandro "Il Patriarca" Valli
2005-01-13 16:34:41 UTC
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Rileggevo un intervento sulla "traduzione" della Divina Commedia.
Capisco il desiderio di leggere in lingua; ce l'ho anch'io e, quando posso,
lo faccio. E passi se si tratta di leggere una poesia o un romanzo in
inglese o francese; già con lo spagnolo ho più problemi; se solo devo
passare al tedesco, m'arrendo inevitabilmente. E per leggere i GRR (Grandi
Romanzieri Russi)? O i GPR (Grandi Poeti Russi)? Che facciamo, lasciamo che
sia soltanto il Nobili buonanima a poterseli godere, oltre ai tre-quattro
altri italiani che il russo lo leggono correntemente? E i poeti giapponesi?
E io che sono un ammiratore e assiduo lettore del Tao Te Ching? Che fo, mi
metto a studiare il cinese - antico, per giunta?
Be', concludendo questo sconclusionato intervento: ben venga la lettura in
lingua, ma solo se si conosce la lingua... e possibilmente bene.
Altrimenti... ben venga la traduzione. Magari, poi, se si vuole, anche
comparata (io faccio così con il Tao Te Ching: ne ho quattro-cinque versioni
diverse, che leggo in parallelo, ognuna con le sue brave notine e noterelle.
Ah, be', ovviamente si scopre che il TTC, in realtà, sono quattro-cinque
libri diversi! :-)
Ciao
Ale
--
Namárië Valinor
Cingar
2005-01-13 16:47:11 UTC
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Post by Alessandro "Il Patriarca" Valli
[...]
Be', concludendo questo sconclusionato intervento: ben venga la lettura
in lingua, ma solo se si conosce la lingua... e possibilmente bene.
Altrimenti... ben venga la traduzione.
Come non concordare con lei, signor de la Palisse. :-)
Post by Alessandro "Il Patriarca" Valli
Magari, poi, se si vuole, anche comparata (io faccio così con il Tao Te
Ching: ne ho quattro-cinque versioni diverse,
Anch'io, e hanno poco o niente a che spartire l'una con l'altra... Ma
forse è un caso un po' particolare: se qualcuno veramente capisse quello
che c'è scritto su quel libro, probabilmente le traduzioni
s'assomiglierebbero un po' di più.

--
Cingar
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derjac
2005-01-13 18:46:57 UTC
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Post by Cingar
Come non concordare con lei, signor de la Palisse. :-)
"Traduttore traditore", il famoso Jacques II de Chabannes era signor de
la Palice.
(due faccine sorridenti).
Saluti a FB, ADPUF, Bruno.
Jacques
Cingar
2005-01-14 09:39:18 UTC
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Post by derjac
Post by Cingar
Come non concordare con lei, signor de la Palisse. :-)
"Traduttore traditore", il famoso Jacques II de Chabannes era signor de
la Palice.
E questo è già il secondo strafalcione di francese che faccio in un paio
di giorni. :-[

--
Cingar
--
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Alessandro "Il Patriarca" Valli
2005-01-14 10:10:03 UTC
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Post by Cingar
E questo è già il secondo strafalcione di francese che faccio in un paio
di giorni. :-[
Pour la misoire!
Ciao
Ale
--
Namárië Valinor
Cingar
2005-01-14 14:48:27 UTC
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Post by Alessandro "Il Patriarca" Valli
Pour la misoire!
Porque sidèlle!

--
Cingar
--
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FB
2005-01-14 14:54:20 UTC
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Post by Cingar
Post by Alessandro "Il Patriarca" Valli
Pour la misoire!
Porque sidèlle!
Vas donner les chappes!


Ciao, FB
--
"Golden orb... The golden orb... The golden orb..."
(Cold Comfort Farm, the film)
derjac
2005-01-14 12:08:09 UTC
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Post by Cingar
E questo è già il secondo strafalcione di francese che faccio in un paio
di giorni. :-[
Siamo pari : io ne faccio tanti in italiano !
Jacques
FB
2005-01-13 17:11:45 UTC
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On Thu, 13 Jan 2005 17:34:41 +0100, Alessandro "Il Patriarca" Valli wrote:

[...]
Post by Alessandro "Il Patriarca" Valli
Be', concludendo questo sconclusionato intervento: ben venga la lettura in
lingua, ma solo se si conosce la lingua... e possibilmente bene.
Altrimenti... ben venga la traduzione. Magari, poi, se si vuole, anche
comparata (io faccio così con il Tao Te Ching: ne ho quattro-cinque versioni
diverse, che leggo in parallelo, ognuna con le sue brave notine e noterelle.
[...]

Concordo. È un peccato, però, non poter conoscere tutte le lingue del
mondo. A me non piacciono quasi mai le traduzioni dall'inglese: pensa ai
Sonetti di Shakespeare. Magari si tratta di ottime traduzioni ma, come
dire, non sono Shakespeare. Eppure, ovviamente anche io uso le traduzioni
dalle lingue che non conosco, e m'illudo di leggere esattamente ciò che
scrisse l'autore.


Ciao, FB
--
Emily: "I'm going to Europe and I'm going to have a marvellous time. I'm
going to get up at ten and have two glasses of wine at lunch every single
day."
Richard: "Only prostitutes have two glasses of wine at lunch!"
(Gilmore Girls, 501)
GraZia
2005-01-14 07:03:44 UTC
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Post by FB
Post by FB
Concordo. È un peccato, però, non poter conoscere tutte le lingue del
mondo.
Eh... i danni della Torre di Babele!
GraZia
[L.]
2005-01-14 11:06:44 UTC
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Post by FB
[...]
Post by Alessandro "Il Patriarca" Valli
Be', concludendo questo sconclusionato intervento: ben venga la lettura in
lingua, ma solo se si conosce la lingua... e possibilmente bene.
Altrimenti... ben venga la traduzione. Magari, poi, se si vuole, anche
Concordo. È un peccato, però, non poter conoscere tutte le lingue del
mondo. A me non piacciono quasi mai le traduzioni dall'inglese: pensa ai
Sonetti di Shakespeare. Magari si tratta di ottime traduzioni ma, come
dire, non sono Shakespeare. Eppure, ovviamente anche io uso le traduzioni
dalle lingue che non conosco, e m'illudo di leggere esattamente ciò che
scrisse l'autore.
Se vi interessa approfondire il concetto, Umberto Eco ha scritto un
libro molto interessante:

Mouse or Rat?: Translation as Negotiation ISBN: 0297830015

(in inglese -- non so se lo ha scritto anche in italiano)

Recensione e commenti su:
http://www.eizie.org/News/1069054426
http://www.lisa.org/archive_domain/newsletters/2004/1.2/ecoReview.html

Altre considerazioni molto valide di Eco su
http://www.lastampa.it/_web/_RUBRICHE/Libri/articolo/articolo040204.asp

relativo a "Dire quasi la stessa cosa. Esperienze di traduzione"
sempre di Eco, che non ho letto

oltre a un saggio piuttosto interessante relativo alla traduzioni di
libri per bambini (cosa difficilissima)
http://www.giuntiscuola.it/biblioteca/convegno/abstract/convegnod/sarfatti.pdf

Un altro libro molto valido sull'evoluzione delle lingue è (in
inglese)

The Power of Babel: A Natural History of Language di John H.
McWhorter

che mi sono dimenticato di consigliare alla persona che aveva lanciato
l'appello al salvataggio dell'italiano.

Lorenz
FB
2005-01-14 12:53:16 UTC
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On Fri, 14 Jan 2005 11:06:44 +0000, [L.] wrote:

[...]
Post by [L.]
Se vi interessa approfondire il concetto, Umberto Eco ha scritto un
[...]
Post by [L.]
che mi sono dimenticato di consigliare alla persona che aveva lanciato
l'appello al salvataggio dell'italiano.
Mille grazie.


Ciao, FB
--
"Che cos'è un fallo da tergo? E non stiamo parlando della tua vita
privata."
(Intervista della Gialappa's Band a Elisabetta Canalis)
Anna Martini
2005-01-14 13:00:53 UTC
Permalink
Post by FB
Post by [L.]
Se vi interessa approfondire il concetto, Umberto Eco ha scritto un
Mille grazie.
Mi permetto, anche se non siamo su ICL, di aggiungere un classico della
traduttologia, che FB potrà con gusto leggersi in inglese:
"After Babel" di George Steiner (in italiano: Dopo Babele, trad. di
Ruggero Bianchi, ed. Sansoni).

Ciao,
Anna
FB
2005-01-14 13:32:58 UTC
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Post by Anna Martini
Post by FB
Post by [L.]
Se vi interessa approfondire il concetto, Umberto Eco ha scritto un
Mille grazie.
Mi permetto, anche se non siamo su ICL, di aggiungere un classico della
"After Babel" di George Steiner (in italiano: Dopo Babele, trad. di
Ruggero Bianchi, ed. Sansoni).
Denghiu anche a te. (faccina sorridente)


Ciao, FB
--
Mrs. Palmer, in her way, was equally angry. 'She was determined to drop his
acquaintance immediately, and she was very thankful that she had never been
acquainted with him at all'. (Jane Austen)
Konrad von Rom
2005-01-14 10:37:10 UTC
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Post by Alessandro "Il Patriarca" Valli
Be', concludendo questo sconclusionato intervento: ben venga la lettura in
lingua, ma solo se si conosce la lingua... e possibilmente bene.
Altrimenti... ben venga la traduzione.
Ben vengano le traduzioni che, come ripeteva Benedetto Croce, sono un po'
come le donne, "Belle e infedeli, oppure brutte e fedeli".
Mi ripeto sempre, specie quando leggo poesia tradotta, una frase di David
Frost, diventata quasi proverbiale e di recente usata per il titolo di un
film:
"Poetry is what gets lost in traslation". Prendi una poesia, traducila, quel
che non potrà mai essere reso da qualunque traduzione, per quanto
eccellente, è ciò che individua e caratterizza quel testo, la poesia.

Ciao

KVR
gerle
2005-01-15 04:54:50 UTC
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Contributo bibliografico lunghetto & noiosetto.



Non sapevo che anche Croce avesse usato l'espressione "belle e infedeli".
Qualcuno saprebbe di preciso dove? Non ho trovato rinvii bibliografici su
Internet.

Questo modo di dire mi aveva incuriosito e avevo fatto alcune rapide
ricerche in proposito. Si tratta quasi sicuramente di una battuta che
"Gilles Ménage (1613-1692) grammairien et lexicographe" avrebbe rivolto a
Perrot d'Ablancourt (1606 - 1664), traduttore di Cicerone, Tacito, Cesare,
ecc. Anche in questo caso non ho individuato alcun riferimento preciso, ma
dovrebbe essere riportato in "Menagiana" o in "Anti-Menagiana". È comunque
sicuro che le traduzioni di Perrot d'Ablancourt fossero dette, dai suoi
contemporanei, belle e infedeli.

Traduco da "Grammairiens et Amateurs de beau Langage" di Maurice Rat
[Paris, Albin Michel, 1963; p. 49]: "quelle battute impreviste, bislacche
o azzeccate, spesso azzeccate, come quella che gli fece dire a Perrot
d'Ablancourt, un suo buon amico, che le sue traduzioni erano come le donne
di Angers che aveva conosciuto in gioventù, 'belle, ma infedeli'". Altrove
si parla delle donne di Tours, ma preferisco questa versione visto che
Menage era nato a Angers. Tours e Angers sono in ogni modo città vicine e
l'autore, donnaiolo, aveva probabilmente avuto modo di apprezzare
l'infedeltà delle donne dell'una quanto dell'altra città.

Questa espressione è stata poi adottata da Georges Mounin come titolo per
un suo libro sulla traduzione ["Les belles infidèles", Paris, Cahiers du
sud, 1955], che probabilmente ha contribuito alla sua attuale diffusione
in Francia. Si tratta di un libretto gradevole e interessante che
purtroppo, come pure una successiva riedizione, è esaurito. Un motivo di
interesse supplementare è lo spazio inatteso che vi hanno le traduzioni
francesi di Dante. L'autore ha scritto anche un "Lyrisme de Dante" [Paris,
Puf, 1964].



Detto questo, approfitto delle "Belles infidèles" per ricordare un punto
di vista probabilmente opposto a quello di David Frost.

Infatti Mounin è noto soprattutto per "Les problèmes théoriques de la
traduction", [Paris, Gallimard, 1963], un testo stampato e ristampato
anche in edizione economica, ma non tradotto in Italia dove esiste invece
una "Teoria e storia della traduzione" [Torino, Einaudi, 1965], che è
molto meno conosciuta visto che esiste solo in italiano. Non è
probabilmente un caso se George Steiner, che pure cita gli altri lavori di
Mounin, non lo ricorda. In compenso, è citato da Jean-René Ladmiral che, a
chi parla italiano, ne consiglia la lettura al posto dei "Problèmes
théoriques".

Mounin è innanzitutto un linguista [cfr., su librialice.it o simili, i
lavori tradotti in italiano] e analizza la traduzione da questo punto di
vista. Se ricordo bene, organizza le sue analisi sull'opposizione fra
l'affermazione di una "intraducibilità" fondamentale e il fatto che in
ogni caso "si traduce", ed è piuttosto severo con chi parla di
intraducibile. Non credo che oggi questo tipo di manicheismo sia ancora
produttivo (-: in fondo è dovuto ad una sorta di omonimia:-), ma sono
convinto anche che i suoi lavori possano essere letti ancora con profitto
e, quello sulle belle infedeli, con piacere.

Coraggio G.
--
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Isoroku Yamamoto
2005-01-14 13:36:13 UTC
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Il Thu, 13 Jan 2005 17:34:41 +0100, Alessandro "Il Patriarca" Valli ha
Post by Alessandro "Il Patriarca" Valli
Altrimenti... ben venga la traduzione. Magari, poi, se si vuole, anche
comparata (io faccio così con il Tao Te Ching: ne ho quattro-cinque versioni
diverse, che leggo in parallelo, ognuna con le sue brave notine e noterelle.
Ah, be', ovviamente si scopre che il TTC, in realtà, sono quattro-cinque
libri diversi! :-)
per il cinese ed in particolare il cinese classico, temo non sia proprio
possibile ottenere una unica traduzione corretta.

le note di traduzione delle poesie di Mao scritte da renata pisu spiegano
esaurientemente perchè. sintetizzando, è probabilmente perchè con le nostre
parole esprimiamo i concetti molto piu' limitatatamente di quanto sia
possibile fare con un carattere cinese, molto piu' evocativo (e impreciso
imho).
esempi.
ho il sanguo (tre regni) con traduzione a fronte, tradotto dalla FLP di
pechino. beh... per mezza pagina di cinese servono 2 pagine di inglese.

东边儿日出西边儿雨。
说到无晴却晴.
sono due versi di una poesia cinese che si possono tradurre cosi'
a est c'e' il sole a ovest la piogga,
dicono che non è sereno, ma il sereno c'e'.
(banale ed ambiguo)
pero' un cinese nota l'omofonia del carattere 晴 sereno con il carattere 情
affetto. (tra l'altro, via la parte prettamente fonetica del carattere, nel
primo c'e' evocativamente il sole 日, nel secone il cuore 心). e dopo un
secondo di istintivi processi mentali sorride al vero senso delle parole,
che nel contesto della poesia, farebbero poi propendere per una traduzione
tipo "anche in un uomo esternamente freddo c'e' sempre dell'affetto".
quanto mi piace il cinese...

quindi fate come me, che compro tutte le diverse traduzioni dei testi
cinesi che leggo ;)

ovviamente per romanzi moderni è tutto piu' semplice...(ma non troppo)
Iso
Karla
2005-01-14 16:52:55 UTC
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Post by Isoroku Yamamoto
东边儿日出西边儿雨。
说到无晴却晴.
a est c'e' il sole a ovest la piogga,
dicono che non è sereno, ma il sereno c'e'.
(banale ed ambiguo)
E chi lo sa?

"La nuit est douce e et claire, et n'y a pas de vent"
è banale.

Ma l'originale:
"Dolce e chiara è la notte e senza vento"
è sublime.

(oltre ad essere un esempio di inversione alla Bonardi :-))

k
Isoroku Yamamoto
2005-01-15 08:32:30 UTC
Permalink
Post by Karla
Post by Isoroku Yamamoto
东边儿日出西边儿雨。
说到无晴却晴.
a est c'e' il sole a ovest la piogga,
dicono che non è sereno, ma il sereno c'e'.
(banale ed ambiguo)
E chi lo sa?
per questo dopo lo spiego ;)

giusto per concludere, anche i cinesi hanno grossi problemi di comprensione
delle nostre lingue (e traducono che sembra scrivano limericks...)

con il mio post, volevo sottolineare non solo come fai tu eventuali perdite
di bellezza che avvengono nelle traduzioni (o guadagni talvolta...) ma
proprio perdite di significato, che sono inevitabili traducendo dal cinese.
Iso

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