Post by Valerio VanniProbabilmente le trascrizioni fonematiche prendono spunto dai casi più
certi, poi estendono la "regola" per analogia ai casi meno certi.
Ammettiamo, tanto per ragionare, che sia veramente come dite, ovvero che non
vi sia un riscontro oggettivo del confine sillabico. Basta questo per
affermare, come fa posi, che «è solo una questione di convenzioni»?
Consideriamo, ad esempio, l'operazione di elevazione a potenza in
matematica. La definizione coi numeri interi positivi è ben nota:
2^3 = 2*2*2
cioè, in generale, si applica il seguente algoritmo (un loop):
n^m = moltiplichi n per sé stesso m volte
A questo punto vogliamo sapere quanto fa 2^0 o, più in generale, n^0.
Cosa significa «moltiplicare n per sé stesso 0 volte»? Com'è fatta una tale
procedura?
I matematici pongono:
n^0 = 1
Ebbene, questà è «solo una convenzione»?
Se vogliamo, può anche essere una convenzione (in fondo ogni definizione
è "convenzionale"), ma è una convenzione che "serve", e il fatto che una
certa convenzione "serva", mentre altre no, è un fatto oggettivo.
Ad esempio questa convenzione "serve" a generalizzare la seguente regola:
n^p / n^q = n^(p-q)
Infatti abbiamo il seguente caso particolare:
n^p / n^p = 1
e, se non avessimo definito n^0=1, ora non potremmo applicare la nostra
regola.
Tornando al nostro caso, è un fatto oggettivo che nelle sillabe caudate
(come "bis, tic tac, zig zag") la vocale accentata resta generalmente più
breve (con tutte le riserve che vogliamo legate al contesto prosodico, ma la
tendenza è quella), mentre in parole come "casa" la vocale accentata tende
ad allungarsi.
Allora, se è così (e anche posi diceva di riconoscere questo come fatto
oggettivo), se dico che in "casa" la "s" appartiene alla seconda sillaba, e
invece in "cassa" c'è un prima sillaba caudata che ha "s" come coda,
non è comunque «solo una convenzione». Se proprio la si vuole considerare
una convenzione, è l'avverbio «solo» che non risconosce le basi oggettive.
Questo, dicevo, volendo ammettere che non ci sia un riscontro oggettivo
alla suddivisione sillabica.
Ma è vero che non ci sono dei riscontri oggettivi?
Prendiamo dei bambini piccoli e spieghiamo solo cos'è una sillaba, facendo
loro degli esempi e confidando sulla loro capacità di astrazione. Possiamo
aiutarci col canto eccetera. Come dicevo, non forniamo alcuna definizione
astratta (e nemmeno "operativa"), ma ci limitiamo ad affidarci alla loro
capacità di astrazione a partire da un numero limitato di esempi concreti.
Quando ci sembra che i bambini abbiano "afferrato il concetto", li mettiamo
in stanze separate e chiediamo loro di sillabare una frase che non hanno mai
letto prima.
Se i bambini "hanno capito", quando escono dalle loro stanze avranno
sillabato nello stesso modo almeno nel 90% dei casi, e forse anche più
(magari non saranno tutti d'accordo su come sillabare "basta", anche se io
credo che la sillabazione "ba-sta", che alcuni affermano di percepire come
più naturale, sia indotta dal condizionamento scolastico).
Ora, se quei bambini escono tutti col 90% delle sillabazioni uguali, questo
sarà pure un fatto oggettivo, no?
Un'opinione è un'opinione, ma una prestazione è un fatto oggettivo.
Se io dico di poter saltare a un'altezza di tre metri e tu dici che non è
possibile, siamo nel campo delle opinioni. Ma se io dico di poter saltare
tre metri e salto tre metri, tu ti ritrovi a dover spiegare un fatto
oggettivo (una mia prestazione) che ritenevi impossibile. Ed esistono anche
le "prestazioni di gruppo", che vengono fornite da una comunità per il
semplice fatto di poter costuituire una comunità. Ebbene, noi qui ci
troviamo di fronte al fatto oggettivo dell'esistenza di una comunità di
bambini che possono superare il test che dicevo.
Se uno dicesse, a noi due, che i calcoli matematici sono solo fintamente
oggettivi, e che in realtà vengono fatti in modo del tutto arbitrario, noi
due potremmo chiedere di essere chiusi in stanze separate con lo stesso
problema matematico, e usciremmo con la stessa soluzione.
A questo punto colui che sostenesse che non c'è nulla di oggettivo nella
matematica dovrebbe trovare una spiegazione per quel fatto oggettivo.
Magari potrebbe dire che ci siamo messi d'accordo prima, che abbiamo
stabilito alcuni calcoli da fare, qualunque fosse il problema, e che ci
siamo
limitati a scrivere dei passaggi che avevamo imparato a memoria, senza
nemmeno leggere il testo del problema. Ma, come puoi immaginare, noi
potremmo organizzare facilmente degli "esperimenti" tali da superare anche
quest'ipotesi.
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Saluti.
D.