Post by Roberto Deboni DMIsrPost by SuDoIl giorno Fri, 16 Aug 2024 15:36:49 -0000 (UTC)
Post by Lem NovantottoIo non vedo quindi alcuna discriminazione nella parola /cittadini.
Rivoluzione Francese. Cittadino in contrapposizione a suddito.
Quindi non più sottomesso.
E' interessante ricordare che i rivoltosi erano gli abitanti
della citta', mentre i realisti erano gli abitanti della campagna.
Quindi la logica di quei anni e' che solo i cittadini avessero
diritto di parola, perche' i contadini l'avevano persa nel
momento che avevano rinunciato la liberta' di slegarsi dal monarca.
Dal Treccani ho ricavato un termine per l'abitante della campagna:
valligiano, che si riferisce alla popolazione sparsa in un valle
in contrapposizione a quella concentrata nel borgo.
L'altro termine "campagnolo" ha una connotazione un po' negativa.
A proposito, a Bergamo nel 1797 abbiamo uno scontro tra
"cittadini" (che volevano la repubblica) e "valligiani", che
erano fedeli a Venezia. Un classico caso di interessi contrapposti,
non risolti pacificamente perche' mancava una cultura politica
del compromesso.
Oggi tale conflitto possiamo rivederlo tra i desideri degli
abitanti di citta' che invadono le valli montane durante le
festivita' verso quella dei residenti nelle valli (che non tutti
traggono profitto dai "cittadini" di passaggio). La questiond
egli orsi e dei lupi ne e' un lampante esempio. Ad esempio, gli
allevatori non hanno alcun vantaggio dal turismo, ma subiscono
danni economici significativi a causa della predazione di
questi animali che paiono essere tanto amati da molti cittadini.
Se poi si arriva a morti tra gli umani, ogni soglia di tolleranza
e' superata.
Mi domandavo se partendo da "appartenente ad un paese" si poteva
introdurre il termine "paesano" per individuare chiunque abiti nel
paese: cittadino, valligiano o campagnolo che sia.
PS: sospette che la ragione per chiamare tutti cittadini sia una
sottile tattica per implicare che le esigenze dei cittadini
siano tali anche per chi non e' urbanizzato ("noi cittadini ...").
Trovo anche interessante un rovesciamento di una diffusa presunzione:
<https://link.springer.com/article/10.1007/s11205-021-02864-8>
su un diffuso malessere urbano:
"This article analyses the gap between human aspirations concerning
self-enhancement and corresponding outcomes in ten western European
countries. Utilizing individual data for 14,300 respondents from the
European Social Survey, four self-enhancement gap metrics are created:
(1) the Ambition gap;
(2) the Success gap;
(3) the Wealth gap; and
(4) the Authority gap.
The findings suggest that subjective well-being (SWB) appears to be
higher in rural than in urban communities. One reason for lower SWB
among urban residents relates to their higher aspirations in certain
areas of life. However, urban areas are apparently able to meet the
financial expectations of their inhabitants far better than rural
areas are, whereas an unmet craving for, e.g., success in rural areas
appears not to affect SWB at all. Overall, there is a strong
association between unmet aspirations and lower satisfaction with life.
The added value of this paper is that it goes beyond existing
explanations of the reasons behind urban malaise in developed
economies."
Quindi c'e' una differenza oggettiva tra l'essere cittadini e non.
E non pare giusto che venga sepolta sotto lo zerbino, ignorando
che non tutti i cittadini sono cittadini ...
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