Poco, ma non è quello il punto. Pensa ai parlanti in dialetti di cui non
esiste grammatica, non conoscono le regole e nemmeno la grafia, ma
parlano correttamente. Come riconoscono gli errori? li avvertono stonature.
Tutti i dialetti, come tutte le lingue, hanno una grammatica* e delle
regole. Non necessariamente scritte, ma se non esistessero delle regole
non ci sarebbe modo di dire se una data frase è comprensibile e corretta
o no.
Ma è ovvio, mi sono espressa male, dicendo che certi dialetti non
hanno grammatiche, intendevo dire libri scritti di regole su cui
studiare, ma i parlanti hanno la "competenza nativa", come la chiama
giustamente Valerio.
Però la competenza non è solo nativa, può anche essere acquisita,
come, per esempio, per l'taliano "come se fosse" o "come se sia".
Parlando scegliamo immediatamente l'una o l'altra, senza andare ogni
volta a consultare il libro di grammatica come farebbe un principiante.
In che modo? perché una frase "suona" bene", l'altra "suona" male o
meno bene.
Bruno Campanini si riferisce spesso al suono, all'armonia delle frasi,
e io condivido, le disquisizioni grammaticali, sintattiche ecc. vengono
in un secondo tempo.
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